domenica 18 gennaio 2009


Non mi pare finora di aver speso esplicitamente parole sul paese nel quale sono nato e vivo. Si, proprio quello, Alberobello (i trulli, sito Unesco, ecc…). Tuttora cerco di carpirne il segreto, di cosa hanno di speciale queste pietre accatastate, quei pinnacoli e quelle chiancole. Una volta, di fronte ad un celebre architetto esposi una mia fantasiosa ipotesi: la forma del trullo ha in se rapporti riconducibili alle sezioni auree e a numeri celebri, troppo per un popolo di contadini, possibile se ipotizziamo origini extraterrestri ... il trullo come uno stargate, insomma. Pseudolo, presente alla scena voleva sprofondare ma l'architetto non mi guardò con lo sguardo pietoso; ci pensò un po’ e disse qualcosa tipo: "Di molte architetture tramandateci da popoli antichi non sappiamo tutto, basti osservare le piramidi ad esempio."


Tutto sommato amo il mio paesello, la sua gente, la sua provincialità, le tradizioni. Poi i trulli sono uno spunto continuo di immaginazione, sullo sfondo di un cielo terso soprattutto. Vi racconto di questa mia foto sopra.


C'è un affaccio sulla zona monumentale che ad ogni obiettivo di turista in visita a questo curioso paesello non è sicuramente sfuggito: il belvedere accanto alla chiesa di S. Lucia. Alla ricerca di un'immagine originale per una pubblicazione su Alberobello, nel maggio 2004 ho cercato un punto di ripresa nuovo. Idea: 20m più in alto, dal campanile della chiesa di S. Lucia. Oz mi presta la sua Nikon col grandangolo. Prima tappa: affronto l'obiettore che in quei giorni sorveglia l'altare con l'urna della Santa in visita ad Alberobello. Non mi conosce e quindi mi blocca in sagrestia: si, ho il permesso di don Fabio, lo chiamo ora così potrà confermare … "pronto don, sono Giuseppe, dovrei fare due foto dal campanile … sì, ti passo l'obiettore". Mi lascia passare, con le scuse. Scala a chiocciola non agevole, cacche di piccioni da scansare, una pesante botola metallica in cima alla scala da far scorrere, altre cacche di piccione, un campanone a pochi centimetri dalla testa … ma finalmente una panoramica davvero unica, emozionante. Monto l'obiettivo grandangolare, regolazioni, fotocamera in posizione e … batteria scarica! Dietro front, chiudo la botola, scendo, raggiungo a piedi lo studio di Oz (quel tipografo/grafico di mio fratello…), 500m andata e 500m ritorno a piedi, di corsa per non perdere quella luce giusta, il pass dell'obiettore, sagrestia, scala a chiocciola, cagate di piccione, botola, campanone da scansare, sudore, macchina in posizione: click!


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Update 14.02.2009.


Com'è la città dei Trulli dopo una spruzzata di neve? Più o meno così:




1 commento:

meryem ha detto...

Adoro Alberobello. Non dico altro.