giovedì 30 dicembre 2010
Questa qui raffigurata è una porta, che può aprirsi a momenti oppure s'è appena chiusa; o ancora, è una porta che non si apre da molto tempo, oppure che non si aprirà più, infine potrebbe essere una porta che si aprirà sì, ma tra moltissimo tempo e quando lo farà vi si potrà raggiungere un'altra dimensione, un pò come nello Stargate... chissà. Comunque io questa porta l'ho vista e non sono rimasto indifferente al suo fascino: ci tornerò e chiederò a lei consiglio per il nuovo anno.
Auguri a tutti i web-viandanti e, soprattutto, un bacio ai miei Dueperdiciassette e mia moglie, stringiamoci forte attorno a questo neonato 2011 e curiamolo bene fin dall'inizio.
giovedì 11 novembre 2010
Nella foto: Martino e suo fratello Cosmo sullo sfondo, i Dueperdiciassette.
giovedì 7 ottobre 2010
Auguroni Cosmo, da tutti noi!
lunedì 13 settembre 2010
- "Mi faresti compagnia stasera per andare a sentire quegli amici che suonano al rock-festival, sai mamma e tuo fratello non vogliono venire, rimangono a casa..."
- "Si papà, vengo perchè voglio farti un regalo per il tuo compleanno."
- "Grazie!"
- Cosmo, 8 anni tra qualche giorno. -
sabato 4 settembre 2010
Mi sveglio stamattina e mi rendo conto che la persona che ho accanto è quella che amo e questo si ripete da quattordici anni, e mi stupisco. Poi tutto il resto: i figli che ogni giorno mi regalano un sorriso, una famiglia che mi è vicina, un lavoro dignitoso, una casa. Ma anzitutto lei, il fulcro di tutto quanto: ho voglia di passarne ancora tanti anni insieme a te, Mgz!
Un abbraccio fortissimo ed un augurio per il nostro anniversario.
lunedì 23 agosto 2010
Noi che ci divertivamo anche facendo "Strega comanda color."
Noi che le femmine ci obbligavano a giocare a "Regina reginella" e a "Campana".
Noi che facevamo "Palla Avvelenata".
Noi che giocavamo regolare a "Ruba Bandiera".
Noi che non mancava neanche "dire fare baciare lettera testamento".
Noi che ci sentivamo ricchi se avevamo "Parco Della Vittoria e Viale Dei Giardini".
... ... ... ...
http://dueperdiciassette.blogspot.com/2007/11/faccio-copia-incolla-di-una-mail-del.html
Courtesy image: www.pagine70.com
domenica 18 luglio 2010
Era il 18 luglio 1992; lui aveva cominciato a vederla da poche settimane, a fine lavoro la sera e giusto dieci minuti, abbastanza per capire che si trattava di una persona speciale, diversa da tutte le altre fino a quel momento conosciute. Lei parlava della campagna, della sua vita, del suo lavoro, dell'azienda agricola e della casa a trulli dei suoi... "Posso venire a fare qualche foto a questi trulli?" Che scusa banale, ma in fondo lui aveva bisogno di sapere qualcosa di più di lei, di capire perchè era attratto da questa ragazza solo all'apparenza semplice e luminosa. Doveva pur fare qualcosa e siccome a G. è sempre piaciuto prendere il toro per le corna, quella di andare direttamente a casa di M. e presentarsi ai suoi come "un suo amico" sembrava un'idea giusta. I trulli apparvero come sono, gioiellini su una piccola collina, davanti a loro un'aia e un ciliegio solitario. Qualche giorno dopo, sfogliando le stampe ritirate dal laboratorio fotografico (eh, non c'erano le digitali…) G. fu attratto dal profilo di M. accanto al ciliegio. Ne rimase stregato, potenza di una foto.
martedì 29 giugno 2010
lunedì 7 giugno 2010
domenica 16 maggio 2010
They flutter behind you
your possible pasts
Some bright eyed and crazy
some frightened and lost
A warning to anyone still in command
Of their possible future to take care
In derelict sidings the poppies entwine
With cattle trucks lying in wait for the next time
Do you remember me? how we used to be?
Do you think we should be closer?
She stood in the doorway the ghost of a smile
Haunting her face
like a cheap hotel sign
Her cold eyes imploring
the men in their macs
For the gold in their bags
Or the knives in their backs
Stepping up boldly one put out his hand
He said, “I was just a child then
now I'm only a man"
Do you remember me? how we used to be?
Do you think we should be closer?
By the cold and religious we were taken in hand
Shown how to feel good
and told to feel bad
And strung out behind us the banners and flags
Of our possible pasts lie in tatters
And rags
Do you remember me? how we used to be?
Do you think we should be closer?
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Fluttuano alle vostre spalle
i vostri passati possibili
Alcuni lucidi e pazzi,
altri spaventati e perduti
Un avvertimento a chi è ancora al comando
Di prendersi cura dei loro possibili futuri
Sui binari morti abbandonati i papaveri si intrecciano
Con carri da bestiame in attesa per la prossima volta
Ti ricordi di me? Di come eravamo?
Pensi che dovremmo essere più vicini?
Lei se ne stava sulla soglia, il fantasma di un sorriso
Ossessionava il suo volto
Come fosse l'insegna di un piccolo hotel
I suoi occhi freddi imploravano
Gli uomini nei loro impermeabili
Per l'oro nelle loro borse
O per i coltelli nelle loro schiene
Uno si fece avanti deciso, le diede la mano
E disse: "Allora ero solo un bambino,
Adesso sono solo un uomo”
Ti ricordi di me? Di come eravamo?
Pensi che dovremmo essere più vicini?
Dal freddo e dai religiosi siamo stati presi per mano
Ci mostravano come sentirci buoni,
E ci dicevano di sentirci cattivi.
E appesi alle nostre spalle, gli stendardi e le bandiere
Dei nostri possibili passati giacciono in stracci
E brandelli
Ti ricordi di me? Di come eravamo?
Pensi che dovremmo essere più vicini?
Credits: Stefano "Reg" per la traduzione.
sabato 1 maggio 2010
Grigiori
Hai il grigiore di un tempo
non mi convince, devo indagare
se non hai corso vincendo
ti potrei superare.
Ti saresti vantato di perdere
un giorno di cui non sai la verità,
ma va da se che è incantevole
non riportare bilanci in perdita…
Hai ancora bisogno di me?
Risparmiami almeno un colore nuovo
di quelli che per te
non sono che pane e ritrovo
scordami, scorda me.
Ora devo credere che
ci sia ancora del nastro davanti
oppure un bel pacco di scorte
luce da giorni importanti
in realtà restano solo pagine morte.
On air: This Mortal Coil - Ivy and Neet
mercoledì 17 marzo 2010
domenica 14 marzo 2010
Sarà per quel suo verdino acceso, sarà per quella sua forma solo apparentemete sgraziata, ma che a ben vedere nasconde un microcosmo, il cavolo-broccolo romanesco o romano, con le sue cimette così ben disegnate e che si ripetono all'infinito avvolgendosi a spirale mi ha da sempre incantato, incuriosito e stupito.
E' mai possibile che un prodotto della natura abbia tanta matematica da nascondere? Evidentemente sì, e finchè sarà così ci sarà ancora da scoprire e (ne consegue) non ci sarà voglia di dire: non c'è più nulla da scoprire. No, dico questo perchè viviamo in tempi così intrisi di indolenza, di superficialità e sciatteria che c'è di che schifarsi. Per fortuna basta guardare quello che ci circonda con gli occhi della scienza per rinfrancarsi l'animo: è la differenza che passa tra noialtri gente di scienza e la politica. Ad ogni modo sul finire degli anni '70 un tale Benoit Mandelbrot, matematico, scopre la geometria frattale, dove le figure possono ripetersi all'infinito ed assumere sembianze simili a qualunque scala. E scopre anche che il cavolo frattale (diamogli un nome consono), come la costa del mare oppure i bronchi dei nostri polmoni sono tutti figli della stessa geometria frattale. La vertigine dell'autoripetitività delle forme che diventa bellezza e seduzione: un grande!
P.S.1: L'immagine è mia, non l'ho rubata sulla rete;P.S.2: Poteva mancare su Facebook un gruppo intitolato al Cavolfiore frattale (Fractal cabbage)? Certamente no, e chissà chi l'ha creato... ;-)
sabato 27 febbraio 2010
Si, anch'io ho visto Avatar, con moglie e bambini. E ovviamente m'è piaciuto, perché come dicono altri è spettacolare, coinvolgente, ecologista, grandioso, intrigante, etico, commovente, onirico, mozzafiato, romantico ed anche furbetto (cit. Leela). Pandora è il mondo che ognuno di noi vorrebbe, con degli alieni alti e bellissimi, un trionfo di esobiologia dove "senti" la vita che ti circonda entrando in intima connessione con essa, innamorandotene. Poi tecnologia a quintali e la lezione anti-americanista che non guasta mai, anche se nel 2154 si spera che piedone l'americano si sia già stancato di esportare democrazia a suon di bombe, rompendo, pagando i danni e pretendendo. Certo se solo l'1% della lezione ecologista del film giungesse alle pie menti nella stanza dei bottoni, l'umanità sarebbe migliore già da subito, senza aspettare il secolo prossimo venturo. Ed è per tutte queste ragioni che poi esco dal cinema con un misto di euforia e di sconforto; e mi capita sempre più spesso.