sabato 31 marzo 2012

Di quale sia oggi la considerazione che ha l'Italia in Europa, lo dice l'episodio che vi racconto. Nei giorni scorsi ricevo tramite un amico architetto l'incarico di procedere con una consulenza per un suo facoltoso cliente inglese, proprietario di una masseria in Puglia. La richiesta era precisa: valutare il progetto degli impianti di climatizzazione e idrico-fognante predisposto da altri colleghi, rispondendo sulla bontà del progetto e sulla opportunità di ottimizzarne alcune parti. Per avere un'idea dell'entità della cosa, trattasi della ristrutturazione di una masseria in grado di ospitare anche una trentina di ospiti ... full-optional! Ricevuti i files, comincio a rendermi conto che la progettazione era davvero eccellente, curata e ad altissimo livello tecnologico, praticamente lo stato dell'arte in fatto di componentistica, tecnologia e materiali. "Qual'è il problema?", chiedo all'architetto. "Costa tanto, forse troppo.", mi spara la cifra e non aggiunge altro. Uhm, è notorio che gli inglesi siano anche un pò 'genovesi', specialmente da quando è passato il filone d'oro degli investimenti leggeri in Puglia, partito nel '95 circa e che ha smosso il sonnecchiante mercato immobiliare della Murgia dei Trulli. All'inizio sono stati venduti quasi-trulli, ruderi poco più che ammassi di pietre, a cifre importanti, finiti gli affari coi trulli si sono spostati sulla costa adriatica, ed è partito il filone delle masserie vista-mare: questo caso è uno di quelli. Ma tornando all'episodio, l'impressione che ne ho ricavato è duplice: 1) ahimè, l'ecosostenibilità costa tanto, e qualche volta bisogna pur ricordarlo; 2) che il cliente abbia detto fra se: "Questi italiani mi stanno fregando, voglio sentire un'altra campana, la voce di qualcuno del tutto all'oscuro di questa progettazione, per sapere se davvero tutto quanto è stato previsto è strettamente necessario al funzionamento della struttura o serve solo ad ingrossare le cifre". Non so come dirglielo, ma i colleghi progettisti hanno realizzato proprio tutto quello che è stato richiesto, senza compromessi. Io la mia relazione l'ho scritta, neutra e asettica come nel mio stile: staremo a vedere come va a finire (ed una volta tanto mi farò pagare in anticipo).
P.s.: la masseria non è questa qui in foto, ma ci assomiglia: volevo solo aggiungere una foto carina :-)

mercoledì 7 marzo 2012

Sono addolorato per una perdita, ma non si tratta di Lucio Dalla. Proprio nelle stesse ore in cui Lucio nazionale ci lasciava, andava via un altro personaggio, meno nazionale, anch'esso legato al mondo della musica. Tutti lo chiamavano ormai GianMusic, dal nome del suo negozio di strumenti musicali. Gianni era amato in paese, vitale, di molte risorse: generoso, dall'aspetto curato, un paio di occhiali stravaganti, quasi civettuolo per gli anni in meno che tutti gli dicevano mostrasse, appassionato di volo con l'ultraleggero, con pista propria in riva al mare e diverse auto sportive nel suo parco macchine. Partito dal nulla però: negli anni '60 era operaio in uno zuccherificio, poi passato a gestire una pensione, fisarmonicista autodidatta infine il suo sogno: vendere pianoforti. E ci riuscì, ed era anche molto professionale, praticamente il più noto in tutto l'arco ionico. Settantenne all'anagrafe ma quarantenne nello spirito, pure se ormai stabilito a Policoro, conservava un legame forte con Alberobello, che lo vide nascere e crescere adolescente. Mi legava a lui la parentela acquisita con i miei suoceri e mi rimarranno di lui alcuni gustosi episodi. Come di quando venne a farci visita, preannunciato dal rombo della sua Maserati rossa, dal cui baule tirò fuori, a mò di presente, una cassa di gustose fragole del metapontino (sotto gli occhi stupiti della mia dirimpettaia). In quella occasione osservò la rastrelliera delle mie chitarre in soggiorno, a 5 posti, e notò che vi erano "solo" 3 chitarre ed un basso. "Ed il posto vuoto?" disse. "Il mio sogno è quello di una dodici corde, ne hai lì al tuo negozio?" dissi. "Ma certo, vi aspetto e potrai provarne quante ne vorrai, e se la prendi ti farò un prezzo speciale. Vieni a trovarmi, ci conto!" Sono cento chilometri, l'occasione per andare da lui non capitava così, bisognava farci una gitarella apposta, così passarono dei mesi e nel frattempo Mgz dovette disbrigare per lui alcune commissioni, a nome del padre disperso in guerra. Una domenica lo incrociammo, noi a piedi e lui in auto: "Sto rientrando al paese, ma voi andate a casa, troverete una sorpresa!". Si era fatto aprire il portone condominiale e dietro la porta di casa trovammo un fodero nero che aveva tutto l'aspetto di una chitarra: una 12 corde, appunto. Quella chitarra è il nostro ricordo di GianMusic, ancora più vivo ora che non c'è più. Martino c'ha pure suonato "Wish You WereHere" per il suo saggio 2010. Cosa è accaduto negli ultimi mesi lo sa soltanto lui, forse ha sentito bussare alla porta gli anni che, inesorabili, avanzano per tutti, forse non si è rassegnato all'idea di dover cessare la sua attività, forse la prole che non arrivò mai, forse qualche acciacco importante che doveva impedirgli di proseguire i suoi voli aerei, di certo è che ha pianificato tutto per benino: ha scelto una data simbolica come il 29 febbraio, ha messo a letto la moglie, ha atteso che si addormentasse, s'è messo elegante e s'è lanciato di sotto, dal terzo piano. Così il negozio l'abbiamo visto sì, ma il giorno delle sue esequie, chiuso ormai per sempre. 
Ciao Gianni, note gioiose per te lassù.