giovedì 2 aprile 2015

Aprile (dei bilanci parziali)

Come consuetudine, mi trovo a celebrare il 2 aprile. E non per l'anniversario della dipartita di buonanima Papa Wojtyla, nemmeno per l'abbattimento dell'ecomostro di Punta Perotti, ma per la mia laurea (anno 1996). Ecco, quella sottile soddisfazione di avercela fatta, di aver messo su "lo studio", di collezionare esperienze professionali, contatti e consensi tra colleghi, insomma quella "molla", già da tempo ha smesso di tirare. Si cerca solo di galleggiare, sopportando pure i sorrisetti di chi pensa che in questi anni mi sia arricchito... perchè parlare degli spiccioli da mettere da parte significa farsi una grassa risata. Non voglio parlare qui di cause: si guarda avanti, navigando a vista. Siamo in una fase di passaggio, il mito della libera professione che ingrassava ingegneri ed architetti fino a fine anni '80 è scomparso: non voglio dire che ho sbagliato, che avrei fatto meglio ad accettare un comodo lavoro da dipendente in una multinazionale. Ho lottato per fare quello che faccio, perchè ci credevo, anzi ci credo ancora nonostante tutto. Costruiremo altro, si lavorerà per qualcosa di diverso, che intravedo all'orizzonte, pure se non ben definito. Con la responsabilità aggiuntiva di dover indicare una direzione anche ai miei ragazzini, dicendo loro fin da ora che qualunque mestiere onesto vorranno fare è bene che lo facciano, con determinazione ed impegno, ovunque nel mondo tranne (ahimè) il libero professionista in Italia. 


Nella foto: la mia seduta di laurea del 2 aprile 1996 con la commissione del PoliBa di quella sessione. Voglio qui ricordare, da sx di spalle: prof. Lattarulo, prof. Savino, prof. Salvatore (ormai compianto, in piedi), prof. Trotta, prof. Andria.