giovedì 31 dicembre 2015

S. Silvestro arriva sempre puntuale (ma avrei preferito Gatto Silvestro).

Comincio a detestare questo giorno dell'anno. Sarà da quando ho preso l'abitudine di fare statistiche coi fatturati, oppure da quando mi accorgo che in realtà tutta 'sta tensione dell'ultimo dell'anno col suo carico di buoni propositi, veglioni e cotillons, conduce ad un giorno dopo uguale a quello precedente (ma va?) e per di più sbaglio a digitare correttamente l'anno per diverse settimane: insomma mi piacerebbe saltare direttamente dal 30 dicembre al 2 gennaio.
Qualcosa di cui andare fiero di questo 2015? Sicuramente la mia famiglia, coi miei ragazzini, Martino e Cosmo, che per vie diverse ogni giorno mi fanno scoprire cose nuove e mi costringono a gioire per ogni giorno in più sulla terra. E poi mia moglie Maria Grazia, che non ringrazierò mai abbastanza per la vicinanza ed il consiglio nei momenti bui, così come l'arguzia e l'acume delle sue osservazioni quotidiane: persona rara (strano a dirlo qui, a quasi vent'anni di matrimonio...). Poi ancora, il bel viaggio nella memoria a Torino, di cui ho già scritto. Infine abbiamo avviato il cantiere della ristrutturazione delle facciate esterne della casa, opera di una certa entità (praticamente 3 lati su 4 della casa sono tutto un ponteggio...), quattro imprese coinvolte, rimandata di anno in anno e non più derogabile.
Qualcosa per cui vorrei dimenticare il 2015? Anzitutto l'incidente di Cosmo, durante l'ora di educazione fisica, certo non grave (microfrattura alla rotula) ma che lo ha costretto a venti giorni di gesso ed altrettanti di riabilitazione, dal quale si sta riprendendo tuttora.
Poi voglio dimenticare il brutto incidente occorso al mio amico e collega Vito, ben più grave, che lo ha costretto a mesi di degenza e riabilitazione e che solo da pochi giorni ho potuto riabbracciare alla sua abituale postazione Cad: forza Vito, sei sempre lo stesso!
Infine il caso di un inutile centro polivalente in corso di costruzione nella mia Alberobello, in piena buffer-zone a tutela Unesco, nell'area dell'ex-Mercato Coperto, partorito da chissà quale notte insonne di chissà quale collega costretto da chissà quali gruppi di interessi e che ha costretto a sua volta una piccola e tranquilla cittadina all'indignazione collettiva, passata dal sogno della fiaba delle casette a punta e gli abitanti puffi al risveglio nella democrazia apparente. Vicenda nella quale si consuma il perfetto cortocircuito politico-affaristico all'italiana in sei punti: 1) c'è un bando di finanziamento; 2) si confeziona un progetto ad hoc che fa tanto utilità sociale, da cantierizzare a tutti i costi prima che scada il finanziamento; 3) la classe politica coglie l'occasione per elevare i consensi con sfoggio di pragmatismo e promesse occupazionali; 4) l'opinione pubblica, tenuta all'oscuro di tutto, si sveglia una mattina al suono delle ruspe che demoliscono il vecchio mercato e scopre il progetto di un nuovo immobile, peggiore del vecchio e di dubbia utilità, ed insorge; 5) un Comitato cittadino di difesa e tutela accede agli atti, alcuni sono raffazzonati, alcuni fuori norma, alcuni del tutto mancanti, partono gli esposti pubblici e la danza dei chiarimenti e delle integrazioni tra Amministrazione/UTC/Impresa e Ministeri ed Autorità anticorruzione; 6) la magistratura (di solito comunista) vuole vederci chiaro e blocca i lavori sequestrando il cantiere, inchiesta, complottismo, campagna mediatica, ecc... Storie già viste, decine e decine di volte in Italia, sulla testa di cittadini onesti e paganti, come sempre e più di prima.
Odio il giorno di S. Silvestro, perchè mi costringe a fare i bilanci (ma sono della Vergine...). Meglio che ti mando a fanxulo da subito, anno nuovo: così, preventivamente, aggratis (come certe bombe intelligenti di certi esportatori di democrazia), chissà che stavolta l'augurio funzioni meglio.

 
Alberobello: la magia delle luci dell'Alberobello Light Festival