A proposito di lavoro (che viene a mancare).
Solo l'altro giorno dai palchi del primo Maggio nazionale si lanciavano alti gli appelli al governo per un futuro lavorativo più certo, perchè l'emergenza crisi in Italia è ormai più di un'emergenza. Mai avrei immaginato che l'onda lunga di questo clima di incertezze economiche avrebbe toccato da vicino la mia quotidianità, un pò forse perchè noialtri gente del Sud a stringere la cinghia ci siamo storicamente avvezzi, dunque cronicamente rassegnati. Evidentemente è un segno dei tempi, sud e nord d'Europa ormai non fa differenza, tutti siamo coinvolti: un mio compaesano viene ritrovato cadavere nelle acque di Taranto. Ahimè, mio conoscente decennale per ragioni di lavoro.
Togliersi la vita significa un grido di accusa verso una società che in mille modi avrebbe potuto aiutare Vito ad evitare il gesto, ma in questo caso un'accusa ad uno Stato che in altri mille modi avrebbe dovuto tutelare un lavoratore che rimane temporaneamente senza lavoro. Per quello che ho conosciuto di lui, mi rimane l'immagine di una persona dotata di una grande curiosità scientifica, che ha voluto indirizzarsi, con determinazione, sempre verso migliori traguardi: quando lo conobbi era titolare di una piccola ditta del settore impiantistico (fu tra i miei primi clienti, appena aperto lo studio), poi l'ho ritrovato come agente di commercio sempre nel settore dell'impiantistica elettrica, in effetti anche a me troppo stretto era sembrato per lui l'abito di semplice installatore.
Competente, serio, puntuale, mai pedante, dotato di un discreto senso dell'humor, tipico delle persone acute. Era passato tra varie rappresentanze, in ruoli sempre crescenti, fino ad essere direttore commerciale di una delle massime aziende fornitrici del sud-est barese. Poi l'ultima sfida: il settore delle fonti rinnovabili. Però l'aveva fatto a modo suo, diventando agente per il Mezzogiorno di un prodotto molto innovativo, del quale ero sulle tracce già da diversi anni e per separate vie: generatori elettrici micro-eolici ad asse verticale. Un settore di nicchia sì, ma con grandi potenzialità, sul quale abbiamo trovato subito un'ottima intesa e per il quale mi confidava, nell'ultimo incontro avvenuto solo pochi mesi fa, un certo trend in ascesa, che lasciava ben sperare. Mi parlava anche dei progressi del primogenito Stefano, avviato agli studi in Ingegneria. Ora il punto, che mi interroga senza risposta da ieri è il seguente: come può un uomo dotato di tali risorse pensare di lanciarsi giù dal Punta Penna, il più grande ponte pugliese?
La stampa dice che da qualche settimana non lavorava più, ma io un'opinione personalissima, a caldo mi sento di esternarla. Il settore del rinnovabile in Italia è divenuto una giungla, dove sopravvivono squali senza scrupoli e dove non c'è posto per la competenza. Ed entrare con le migliori intenzioni di proporre sistemi energetici alternativi dotati di rendimenti elevati e ridursi a fare i conti con target di vendite non raggiunti dev'essere stato un brutto affare per un galantuomo come Vito. Questo non è mercato globale, questa è malaeconomia, che ha infettato tutti i governi a tutte le latitudini.
E di fronte ad una vita che si spezza, e non stiamo parlando con rispetto parlando del poveraccio che mendica al marciapiede, ma di un professionista rispettabile, vanno a monte tutti i bei discorsi della green-economy e dell'edilizia sostenibile, perchè è di questo che dobbiamo cominciare a parlare: delle vittime innocenti della lotta tra le economie tradizionali basate sul combustibile fossile e le economie emergenti basate sul rinnovabile.
Vito perdonami, sicuramente non ho ho dato un gran contributo alla tua famiglia con queste righe, perchè in questo momento sono scosso dalla notizia, amareggiato, ma in futuro voglio spendere un pò delle mie energie per fare giustizia, perchè ciò che ti è accaduto è un'ingiustizia, perchè una responsabilità venga fuori e paghi per te. Ciao, amico.
Update 06.05.2013: Al funerale c'erano parenti, amici ed autorità. Pochi ed increduli, con facce interrogative, i familiari chiusi in un cupo e muto dolore. La sensazione è che questa morte verrà presto dimenticata, che diventi solo un numero per statistiche, che non ci interroghi sul vero senso della vita e su cosa mettere al centro della propria vita, diversamente dagli auspici dell'omelia di don Beppe. Spero di sbagliarmi.
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