Panzerotto del Nintendo.
Il beep-beep del cell. che annuncia un messaggio di sabato pomeriggio alle ore 15.00 circa non è mai un bel presagio: significa che la suonata della band è rimandata. C.v.d. Orfano dell'appuntamento ormai divenuto regolare (stavolta m'ero anche ripassata la parte – prof. Paki ci ha bacchettato tutti sabato l'altro, per non averlo fatto adeguatamente pur avendo spedito il relativo mp3 dei due ultimi pezzi) vagavo per casa alla ricerca di un motivo esistenziale, un motivetto da canticchiare mentalmente o più semplicemente qualcosa per riempire il buco allo stomaco nel frattempo creatosi. Finchè MGR mi illumina: visto che fuori fa freddo, stasera ci starebbero bene due panzerotti; magari in compagnia di Mario e i suoi. Mario è l'amico di banco di Martino, i suoi sono il papà Gianfy (simpaticissimo, buona forchetta) e la mamma Terry (mille risorse, mai ferma un attimo). Detto fatto: Mario è già a casa con la sua Nintendo, da confrontare e mettere in wireless con quella di Martino appena recapitata dal Babbo Natale, che è riuscito a bypassare i veti del sottoscritto – sui videogame sono uno all'antica io, perché una PS2 entri in casa bisognerà che SantaKlaus passi prima SU di me. I panzerotti di mia moglie riscuotono sempre un vasto consenso: la sua segretissima ricetta del ripieno e l'impasto vellutato al Bimby, unite alla frittura bilanciata affidata al sottoscritto ovunque sono ben accetti. Proprio con Terry e Gianfy si parlava di un'altra panzerottata, anche loro presenti giusto un anno fa, in quella che fu definita la panzerottata musicale. La nostra serata è passata così, mentre i bambini erano presi dalle magiche scatolette a due displays … direi infernali scatolette, perché sono riuscite a far litigare Cosmo e Martino più del solito negli ultimi tre giorni!
Come un amico di famiglia: bello, grande, forte e da rispettare. Il pino dei
Gli alberi erano due in origine, fratelli: già avevamo subito la perdita dell'altro qualche anno fa, complice il vento e la dura roccia calcarea affiorante delle Murge, impenetrabile alle radici che non hanno potuto ancorarsi che solo superficialmente. Stessa sorte per quest'ultimo, dunque. Però eravamo decisi a non accettare la sorte, questa volta. La faccia di MGR alla vista dell'albero caduto, da lei stesso piantato vent'anni prima diceva tutto. La decisione: tentare il recupero del pino. C'è chi taglia alberi per farne addobbi natalizi, c'è chi li rimette al loro posto, noi Starnazzi amiamo le imprese controcorrente... Contattata la ditta, questo week-end ho seguito con attenzione i lavori di scavo, tra lo sguardo scettico dei miei suoceri, sicuri dell'insuccesso dell'impresa. 
Imbragato l'albero, è stato issato, posizionato, allineato, potato e infine sistemato e irrorato. Ora non ci resta che attendere che attecchisca e si ambienti alla nuova situazione. Pregate con noi per la positiva riuscita (altrimenti avranno ragione quelli che in queste ore gufano...).

