sabato 31 dicembre 2011

"Things can only get better", le cose possono solo migliorare, diceva Howard Jones . Facciamo fatica a liberarci di quell'edonismo reaganiano, di quanti danni abbiano fatto gli anni '80 ancora non ci capacitiamo. Farci credere in un nuovo eldorado (e qualcuno ci ha anche guadagnato), di certo è che quello slancio propositivo, quella botta di ottimismo ci ha portati a passare il millennio. Risentirla oggi quella canzone può sembrare stonata, perchè tutt'attorno è un terrorismo mediatico, un'attesa di imminente catastrofe, economico-politica-apocalittica. E certo può essere letta anche così: peggio di così non può andare, per cui le cose possono solo migliorare.  A me che piacciono le visioni alternative, piace pensare che, in barba alle leggi di Murphy, le cose possono realmente migliorare: nel nuovo umanesimo della pietra e del legno, dell'aria e del sole, basta fare un pò di silenzio attorno e la soluzione c'è, ma nelle cose meno ovvie, nelle cose sussurrate. D'altra parte lo diceva anche Fellini... e Fellini era Fellini!
Buon anno a tutti, e che lo sia realmente.

domenica 25 dicembre 2011


Tanto io il Natale non l'ho mai festeggiato con grandi pranzi e regali costosi: il clima finto-austero di questo scorcio di 2011 mi trova perfettamente preparato. Datemi due lucine, il calore di un piccolo camino, il sorriso della mia famiglia e qualche mail o sms augurale degli amici più cari e sono sazio. Fanculo al resto, che le mie tasse le ho pagate tutte.

lunedì 14 novembre 2011

Non mi va tanto scrivere di politica, troppe delusioni già accumulate. Con le dimissioni del governo si apre però una fase nuova con cui bisogna fare i conti, necessariamente. Si può parlare di un ventennio: quello appena trascorso è quasi riuscito ad annullare il senso critico dell'italiano. Dimenticando in un sol colpo storia, senso dello Stato, economia (nel senso del risparmio, energetico e non) l'italiano-italiota è divenuto contemporaneamente pecora da tosare e vacca da mungere, nel tempo in cui la pastorizia non si pratica più. Non seguo ormai più le notizie attraverso i telegiornali, ai miei ne sconsiglio vivamente la visione, ma quando mio malgrado me ne capita uno, si riconferma in automatico il livello di ipocrisia cui siamo tragicamente giunti.

Nel servizio del tiggiuno (il tiggì della ex-rete ammiraglia) di qualche giorno fa, l'11.11.11, il giornalista scherzando con la data palindroma, al termine del servizio ricorda finemente che l'Art. 11 della Costituzione Italiana (quello dell'Italia che ripudia la guerra) ha l'undicesima parola che recita "libertà". Patetico richiamo mnemonico al cosiddetto "popolo delle libertà", un'invenzione per teste vuote da parte di una classe politica a corto di idee ma con grossi pubblicitari assoldati tra i consulenti. Dimenticando che nel '77 (che è anche 11x7, come i sette vizi capitali, se proprio vogliamo giocare coi numeri) il Cavaliere di fresca nomina amava farsi ritrarre in tutto il suo splendore con la sua Magnum sul tavolo in bella evidenza, l'uomo con la pistola.


Un'altra cosa questo ventennio ha fatto: dissipare e sperperare un patrimonio di credito che gli italiani avevano nelle istituzioni repubblicane, buone e sane prima dell'arrivo del forzitalia-pensiero. Forza Italia, già: neanche più la libertà di esultare senza sembrare un esaltato galoppino della (finta) destra. La forza delle parole, persa anche quella.


Avendo fatto terra bruciata e seminato qualunquismo, ora occorreranno anni perchè si ricostruisca un vero tessuto democratico e si torni a parlare volentieri, a dare un senso alle parole della politica, a dare un senso al senso dello Stato.

sabato 22 ottobre 2011

Morto uno Steve Jobs, se ne fa un altro. Innegabile il contributo che lui con le sue creature informatiche abbia dato al mondo, io stesso ho mosso i miei primi passi informatici con un Apple (prima ancora del MacIntosh), gli sono profondamente grato. Ma da questo a farne un guru, un santone, è un pò troppo. Sicuramente un tenace manager con grandi idee e capacità di metterle in pratica. Resta però l'impatto che ogni nuova creazione ha dato, una cosa un pò americana, tra le memorabili code agli Apple Store e le presentazioni in lupetto nero e jeans 501, un'icona. Sì, perchè Steve sapeva che oggi il mondo è icona, lui stesso ha vestito questi panni, il logo Apple con la sua enigmatica, inespressiva ed allo stesso tempo rassicurante mela, una garanzia di benessere. Ecco perchè la mia anima goliardica si è prodotta in questo i-Trullo qua sopra. Che però, attenzione, non è una semplice fotoscioppata. Se pensiamo che è ormai assodato che la simbologia in calce sui trulli, sia di origine cristiana o magica, è comunque riconducibile al buon auspicio per il suo antico abitante, se siamo convinti che Steve Jobs con i suoi iMac, iBook, iPad e iPhone abbia migliorato la vita di una buona fetta di umanità, allora questo simbolo merita di entrare nella moderna simbologia del trullo, di diritto.

sabato 1 ottobre 2011


Ed ora che si fa? Sette anni fa pensavamo in grande, un mutuo è quello che ci voleva: lo studio sotto casa era già nostro. Sono stati anni di sacrifici, di privazioni, ma alla fine … sono passati. Io ed Mgz pensavamo: quando finirà questo mutuo Cosmo avrà 9 anni e Martino 11 anni, nel frattempo avremo ristrutturato lo stanzino sul terrazzo, per farci un attico dove magari loro potranno farci le festicciole con gli amichetti, noi avremo cambiato auto perché nel frattempo la Punto si sarà fatta stretta, al lavoro passeremo da "libero professionista" a "studio associato", magari una srl. Abbiamo contato le ottantaquattro rate una ad una, monitorandone l'andamento, sognando. Sì appunto, sognare non costa nulla, anche un mutuo guardando i progressi si affronta meglio ma tre/quattro manovre finanziarie piovute sul collo senza preavviso, senza considerare Iva, Irpef e contributi previdenziali, costano. E non solo.
Avevo tante idee interessanti. Fare l'ingegnere libero professionista non era neanche quello che avrei desiderato fare più di ogni altra cosa, mi ci sono adattato, mi sono ritagliato questo ruolo per necessità: volevo qualcosa che mi consentisse di far campare dignitosamente la mia famiglia, senza eccessi, e con l'aiuto di Mgz direi che l'obiettivo è stato raggiunto. Ma lasciandosi da parte un minimo di tempo e risorse per sviluppare altri progetti personali, attitudini speciali o soltanto mettere da parte qualche spicciolo, questo era il programma; lavorare solo per portare a casa il pane, dovendo magari fare anche qualcosa controvoglia, non è nei programmi di nessun uomo dignitoso, mi ripetevo.
Bilancio di questi sette anni di mutuo appena conclusi: solo un immobile in più, spazi per lavorare. E del resto? Niente, niente assoluto. Niente auto nuova, niente soldi da parte, il piccolo attico con vista sui trulli ancora da riparare e, soprattutto, le mie idee interessanti ancora nel cassetto ancora lì, ad impolverarsi. Ma cosa mai sono queste "idee interessanti"? Progetti di ricerca per nuovi sistemi di produzione di energia da fonti rinnovabili, nuovi sistemi di climatizzazione ambientale, insomma tutte cose che altrove (non in Italia, ovvio) ti vengono a cercare a casa tua se ne hai un briciolo e dal giorno dopo ti pagano (e bene) per svilupparle e per farle diventare valore aggiunto di un grande Paese industrializzato. Sono incazzato, sì incazzato nero, perchè: 1) ho sempre ritenuto – ed ho lottato per ribadire il concetto, scontrandomi anche – che il Sud d'Italia non meritasse di impoverirsi con la fuga di cervelli; 2) ho sempre lodato il primato del lavoro da libero professionista sul lavoro da dipendente e – meno che mai – da dipendente statale; 3) ho sempre pensato che l'Italia fosse un grande Paese, pieno di eccellenze in ogni campo, nel quale poteva essere bello sviluppare le proprie idee e renderle produttive.
Beh, forse mi sono sbagliato, ho speso molto male i miei ultimi anni.

Ora leggo che a quelle idee che avevo messo da parte qualcuno da un'altra parte del mondo ci sta arrivando e sento che presto sarò scavalcato, perché c'è il PSC per la casetta di Sempronio da fare, l'impianto elettrico a dr.Tizio da completare, la pratica del costruttore Caio ai VVF da seguire, perchè all'architetto Metrocubo quella certificazione energetica la faccio gratis così poi mi passa dell'altro lavoro e via così: lasciare questo magro ma "certo" presente per un altro futuro non è consentito.
Stanno bruciando le mie idee e non posso farci niente.
Un altro futuro non puoi permettertelo, e non lo dice solo la pragmatica Mgz, ma lo urlano le desolanti cifre dell'estratto conto… merda! Io, un'altra vittima del "cronico deficit infrastrutturale delle regioni del Mezzogiorno", si faranno due risate in più i miei colleghi milanesi (ma ride bene chi ride ultimo). Dueperdiciassette, che ne dite di una bella gita all'estero, con viaggio di sola andata?
Sono ad un bivio, mi è si è prospettata una possibilità, ma devo schiarirmi bene le idee, ho poche settimane per pensarci.
Ora però ho voglia di una bella jam-session: datemi una Fender Stratocaster!!!


martedì 13 settembre 2011

Sul valore dell'amicizia. Queste erano domande essenziali da adolescente, poi hanno perso la loro efficacia, con l'arrivo dell'età della ragione. Ma ci si può domandare ancora oggi, a 43 suonati (...ding!) se l'amicizia è ancora un valore, se è importante o se solamente esiste? Qualcuno dice: porsi domande è sempre un buon segno. Ma facciamo un passo avanti: esiste l'amicizia pura, disinteressata? Qualcun altro dice: sì, è quella che si stabilisce tra due innamorati, oppure due coniugi... Domande, domande, quante domande. E se l'amicizia fosse solo un caso, una coincidenza? Credo che il segreto sia nel saper leggere i segni del caso: il destino ti passa accanto, se sai leggere nei suoi segnali ti porta da qualche parte, a volte in posti migliori di dove sei. E ti fa incontrare persone che non ti chiedono altro che essere ascoltate. Ecco il dunque: ascoltare, saper ascoltare. E bello raccontarsi e sentirsi ascoltati, è altrettanto bello predisporsi ad ascoltare, far parlare il/la tuo/tua amico/amica. Ma ad una condizione fondamentale: non aspettarsi nulla da questo scambio. Il resto è tutta coreografia, convenzioni sociali, note di colore. Ah, quanto avremmo bisogno di amicizie vere, è davvero una merce preziosa di questi tempi vacui, altro che euro e conti in banca... ho la percezione che sia proprio così, che sia merce rara. Però, per fortuna, l'amicizia esiste, c'ho le prove (come scrisse il buon Ceccherini...)

lunedì 22 agosto 2011

Certe volte li guardo (i Dueperdiciassette) e non mi sembrano veri, sicuramente più carini di me e Mgz... ;-)


venerdì 29 luglio 2011

mercoledì 29 giugno 2011

Passo una mattina davanti alla zona “Monti” della città dei trulli, ti vedo questo e scatto una istantanea. Poi la rivedo a tavolino e deduco che questa foto richiede alcune considerazioni. E' senz'altro l'emblema di una serie di nodi irrisolti (ed irrisolvibili, forse) che attraversa questa piccola ed unica cittadina, ma andiamo con ordine. Anzitutto occorre, sinteticamente per i non alberobellesi, fare un po' di storia. Anzitutto le leggi n.1089 e n.1497 del 1939, che hanno individuato il bene da tutelare e poi circoscritto, poi il PRG locale (1985-1992). In mezzo ci sono delle non-leggi ovvero un documento-studio denominato “Prontuario del Restauro” del 1985, adottato nel 2008 a Regolamento nelle zone a tutela Unesco ed appunto il riconoscimento Unesco, datato 7 dicembre 1996. Cosa è previsto in sostanza: che gli interventi sui trulli debbano conservare le caratteristiche di questi manufatti, definiti “in pietra a secco” ovvero senza l'intervento delle malte, non introducano elementi nuovi ma solo conservino l'esistente e qualora per esigenze tecniche si debba provvedere ad aggiunte (es. servizi igienici, vani tecnici) questi siano estremamente limitati e distinguibili dal corpo edilizio a trullo. I tecnici che operano su questo centro storico sanno che ciò si traduce in rigide regole, che hanno sì come scopo finale la salvaguardia di questo patrimonio edilizio così particolare, ma hanno anche un aggravio economico non indifferente: le maestranze lavorano a mano, sono poche e ricercatissime, le liste di attesa sono valutate in 6-12 mesi, dall'incarico alla cantierizzazione, i costi al metro cubo sono 3-5 volte quelli di un moderno edificio civile laterocementizio. Ed ovviamente non è possibile costruire un trullo ex-novo, argomento tabù ...
Le contraddizioni si scontrano attorno all'interesse economico dettato dal flusso turistico nella zona monumentale di Alberobello (il centro storico), che va crescendo e nell'ultimo decennio ha conosciuto vette mai toccate prima (per una cittadina di 11.000 abitanti il flusso annuo è circa di 59.000 arrivi registrati – dato 2006 Regione Puglia).
Dunque, una foto così l'avrei semplicisticamente intitolata “cemento sui trulli”, l'autopompa sulle cupole fa saltare all'occhio l'evidenza di un centro storico che vuole sopravvivere alle leggi del mercato, facendo passare in secondo piano (purtroppo) le pie intenzioni di una integrità nella tradizionale tecnica costruttiva del trullo basata esclusivamente sulla lavorazione a secco dei conci lapidei. Dov'è il punto di incontro? Un centro storico col trullo musealizzato, trullo come residence o mercificazione del trullo?
A tale materia le amministrazioni, sotto la spinta di precisi adempimenti di carattere generale, stanno rispondendo mettendo a punto un Piano di Gestione del sito Unesco, di cui ancora non si intravede il documento finale, presumibilmente per questioni economiche: tale documento dovrebbe mettere un po' d'ordine alla materia.
E le migliaia di coni nel territorio extra-urbano fuori dalla perimetrazione Unesco? Ed ancora, i trulli fuori dal territorio di Alberobello (es. Valle d'Itria) per nulla interessati a disquisizioni teoretiche come ad es. uno strumento urbanistico unico con cui affrontare l'intero territorio dei trulli abbracciante ben 3 provincie (Bari-Taranto-Brindisi)?
Godiamoci questa immagine, nel frattempo.

martedì 31 maggio 2011



Che dire, cerco di difendermi. Dalla tv urlata, dai cattivi consigli, dai falsi amici, dai call-center. Per cosa poi? Per regalare a me ed ai miei piccoli un futuro migliore, certo. E se nonostante tutti gli sforzi, i risparmi e le privazioni, alla fine arrivasse un dittatoruncolo qualsiasi e mi imponesse uno ius-primae noctis, una decima permanente sulle mie rendite e perdessi il controllo sul futuro dei miei figli… certo io spero per loro il meglio, che trovino la loro strada, che esprimano le proprie capacità, che studino con profitto, ma se non avessi i mezzi economici per farlo? E magari qualcun altro si appropriasse delle mie risorse e candidamente le sperperasse, come starei? Per fortuna non sono solo in questa giungla, MGZ mi accompagna e mi consiglia, da solo sarebbe molto più difficile. Per fortuna mi accontento di poco, delle piccole cose che fanno la differenza, qualche canzone alla radio, una bella foto ogni tanto, un sorriso dato o ricevuto, il sole che mi bacia la fronte o il suono della pioggia che scroscia dietro le finestre. Mi basta. Bruci lo stupido arricchito, l'arrampicatore sociale, il politico ingrassato ed il giornalista servile, brucino tutti insieme al rogo. Tutto questo per dire a quel drittone che mi ha truffato su eBay e che ha fatto perdere le sue tracce che non ce l'ho con lui, che in fondo lui è solo una vittima di un sistema che l'ha già mangiato, e che cio che mi ha rubato andrà tranquillamente a spenderselo in farmaci. E chi mi conosce a fondo sa che tutto sommato, io sono un menagramo.

domenica 3 aprile 2011

Quindici anni fa pioveva a dirotto, molti dei miei appuntamenti memorabili della vita sono stati firmati dalla pioggia: il giorno del matrimonio, la nascita di mio figlio primogenito, la laurea, … Ecco, esattamente quindici anni fa completavo i miei studi in ingegneria elettrica, non ringrazierò mai abbastanza i miei per il sostegno economico e morale. E poi? Cosa dire dei primi 15 anni da laureato? Mah, sicuramente un sacco di cose nuove da imparare, a partire dal giorno dopo, cose che il Politecnico non ti dirà mai, l'esperienza dei cantieri, le file per uffici, le porte chiuse e le porte aperte, le cose che i colleghi più navigati mai ti dicono e che devi scoprire da solo a tue spese, l'imbarazzo di sentirti chiamare "ingegnè" da operai coi capelli grigi, le piccole grandi gratificazioni. Ho un aneddoto: in uno dei miei pochi incarichi nel settore dei lavori pubblici ho progettato e realizzato un ampliamento di impianto per pubblica illuminazione, per alcune vie della mia città. C'era da illuminare una strada senza uscita, i fondi permettevano di coprire solo l'80% della sua lunghezza, rimanevano scarsamente illuminate le ultime 2 case. Mi dissi che era sempre meglio che niente, ma il vecchietto dell'ultimo trullo mi pregò di fare di tutto per proporre una variante in corso d'opera per illuminare meglio la sua casa. Non era facile, ma il dirigente, un anziano ingegnere capo burbero ma dal buon cuore, mi diede una dritta, riuscimmo nell'intento. A lavori conclusi il vecchietto mi accolse in casa sua e mi fece un regalo: era una moneta sovietica, da 5 rubli, presa direttamente da Mosca durante l'unica gita della sua vita all'estero, per lui veterocomunista doveva significare tanto. Ce l'ho ancora sulla mia scrivania, in ricordo del signor Martino che oggi non c'è più.
Non sono diventato un ricco libero professionista, ma qualcosa l'ho fatta: ho realizzato lo studio che desideravo, ancora qualche mese di rata di mutuo da estinguere, tutte le tasse pagate fino all'ultimo centesimo e mi piace ancora il mio lavoro, il che è tanto di questi tempi!

giovedì 17 marzo 2011

Quest'anno, doppia ricorrenza per il 17 marzo: il compleanno di Martino ed i 150 anni dell'Unità d'Italia!
Dunque tutti riuniti in un bel gruppo familiare, sotto il tricolore...

mercoledì 16 febbraio 2011

Stamattina mi son alzato con questa canzone del grande Manolenta nella testa, ho deciso di dedicarlo alla mia consorte, per il suo compleanno. Augurissimi, Mgz!

lunedì 31 gennaio 2011

E' che politicamente sono allo sbando anch'io in questi mesi, mi ci hanno portato le vicende ultime, non volevo. Un lume, un'ancora cui appigliarsi non c'è, confido nel generico "senso dello Stato", non si sa per quanto ancora...