martedì 13 settembre 2011

Sul valore dell'amicizia. Queste erano domande essenziali da adolescente, poi hanno perso la loro efficacia, con l'arrivo dell'età della ragione. Ma ci si può domandare ancora oggi, a 43 suonati (...ding!) se l'amicizia è ancora un valore, se è importante o se solamente esiste? Qualcuno dice: porsi domande è sempre un buon segno. Ma facciamo un passo avanti: esiste l'amicizia pura, disinteressata? Qualcun altro dice: sì, è quella che si stabilisce tra due innamorati, oppure due coniugi... Domande, domande, quante domande. E se l'amicizia fosse solo un caso, una coincidenza? Credo che il segreto sia nel saper leggere i segni del caso: il destino ti passa accanto, se sai leggere nei suoi segnali ti porta da qualche parte, a volte in posti migliori di dove sei. E ti fa incontrare persone che non ti chiedono altro che essere ascoltate. Ecco il dunque: ascoltare, saper ascoltare. E bello raccontarsi e sentirsi ascoltati, è altrettanto bello predisporsi ad ascoltare, far parlare il/la tuo/tua amico/amica. Ma ad una condizione fondamentale: non aspettarsi nulla da questo scambio. Il resto è tutta coreografia, convenzioni sociali, note di colore. Ah, quanto avremmo bisogno di amicizie vere, è davvero una merce preziosa di questi tempi vacui, altro che euro e conti in banca... ho la percezione che sia proprio così, che sia merce rara. Però, per fortuna, l'amicizia esiste, c'ho le prove (come scrisse il buon Ceccherini...)