mercoledì 27 dicembre 2006

domenica 17 dicembre 2006







A testa alta

A rompere le simmetrie
ci penseranno loro
e nessun dominio o campo di forza
potrà mettersi di traverso.
E se quando accadrà non ci sarò
sarà anche meglio,
non dovranno temere
giudizi d’incompetente.
A testa alta, rivoluzionari e giusti,

le simmetrie rotte tra le mani.

sabato 25 novembre 2006


Quando la vidi per la prima volta ero piccolo, ma non abbastanza da non intuire che quello doveva essere un simbolo della città. L’architetto Giò Ponti pensò e realizzò questa splendida chiesa davvero come un monumento. Fine anni ’60: nel pieno del boom economico Taranto si andava espandendo rapidamente con i suoi commerci navali e le sue acciaierie. Il fascino di quest’opera resiste tutt’oggi, pur se soffocato dalle edificazioni che le si sono strette attorno, scimmiottandone un po’ lo stile. Ma lei, la Concattedrale, austera ed elegante signora, continua a distinguersi e a resistere, irradiando lo spazio del suo mistero.


mercoledì 15 novembre 2006

Trigonometria in cucina.

Un annetto fà, quando Ishtar era ancora nell’iperspazio cosmico, il buon Pseudolo ci onorò della sua compagnia in una memorabile cena. Al momento del dessert, la torta alle mele di mia moglie presentava un problema: servirla in un modo tale da non scontentare nessuno dei commensali. Idea: torta alle mele in 30 piccoli pezzi perfettamente uguali (in peso).
Perché si sa, dalle nostre parti non si può lasciare il commensale nella soggezione di dover lasciare una fetta troppo grande a metà. Dunque meglio tanti pezzi piccoli che pochi grossi (meglio ancora se “quanti” indivisibili, sommabili se si vuole).

Il rito si svolse all’incirca così. Individuato un cerchio intermedio di raggio R1 (frazione del raggio esterno R), fu suddiviso il cerchio interno n. 12 pezzi e la corona esterna n. 18 pezzi. La superficie totale come noto è S = π R1^2 + π (R^2 - R1^2) = 2S’+3S’. Fu necessaria la risoluzione del sistema di equazioni di secondo grado in S’ ed R1 (parametriche in R), ottenendo facilmente: R1 = √2/5 R. Fatto questo, occorreva tracciare 3 diametri orientati rispettivamente a π/3, 2/3π e π, individuando così n.12 settori, n.6 esterni ed altrettanti interni al cerchio di raggio R1. E qui il tocco finale: la divisione esatta per 2 dei pezzi dei settori interni, per 3 dei pezzi dei settori esterni. Il risultato ottenuto fu quello di figura, salomonicamente concepito e democraticamente accettato da ogni commensale. Bon appetit.



domenica 5 novembre 2006

Antichi fuochi

Da giovane lui doveva essere prestante. Ma anche la vecchietta mia dirimpettaia, over-80 ma ancora con capelli biondoplatinati, in gioventù doveva essere piacente. Per lui, lei era una tappa fissa, almeno fino l’estate scorsa. Lui lasciava con una scusa la casa protetta ove era ospite per andarla a trovare: arrivava con la sua Panda e doveva pazientare parecchio per farsi aprire. Alla fine lei apriva, lui presto entrava e lei richiudeva la porticina, con fare furtivo. Vedovi e coetanei, lui si offriva per piccole commissioni come accompagnarla alla posta o scendere giù a prender legna dalla cantinola. Poi rientrava all’ospizio (e ricordo bene le partenze a sgassate di frizione e marcia alta alla povera Panda!) Qualcuno fantasticava e maliziosamente domandava: ma state insieme? E lui candidamente rispondeva: “Siamo solo vecchi amici”. E così da diversi anni. Ora lui non c’è più, ma stamattina ho visto un altro arzillo dietro la porta della dirimpettaia…

lunedì 16 ottobre 2006



Quale doveva essere la musica nella piana mesopotamica al tempo delle notti antiche? Quella di uno scrosciare di acque, di venti, di pietre e tamburi. E musica doveva essere il suono di parole, di nomi e divinità. Ishtar, dea di bellezza e fertilità, dea della terra e della verità, la Venere antica. Già il suono di questo nome nelle calde notti babilonesi era musica e potrei giurarci. Nell’era (quella odierna) in cui le parole non sono musica ma solo suoni nel rumore di fondo possa tu, Ishtar, nuovo mistero di bimba, rischiarare un pezzo di questa terra e musicare luoghi e persone che incontrerai.

Un grande, enorme augurio a Gio e Ros per la piccola e a Niobe per la sorellina nuova arrivata!!!

(foto: Pino Scaccia)

lunedì 9 ottobre 2006

E' un sogno che si avvera: il mio nuovo studio. Questa impresa detta così su due piedi non significa un granchè, ma in realtà parte da molto lontano. Almeno due anni di discussioni con MGZ, ripensamenti, progetti, ipotesi, rinunce. Poi la decisione: 7 anni di impegni con la banca ... ed eccolo qua. Dopo anni di studio/casa era l’ora di regalarsi uno spazio di lavoro tale, più ampio, idoneo e organizzato, che sarebbe servito anche a tenere i pargoli fuori dalla portata dei computers. In realtà scorrazzano anche qui, perchè il locale in questione è proprio sotto casa! Vorrà dire che attrezzerò per loro una postazione apposita …

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giovedì 21 settembre 2006


Cosmo (il-bimbo-dello-spazio), un irresistibile ... rompiscatole!
Auguri !!!!!!
P.S.: Lo sò, era il 17 settembre scorso, ma si sà, per lui la festa dura almeno tre giorni :-)

martedì 5 settembre 2006

“Ma non sei tu quello che si sposa stamattina? E che ci fai in bici a due ore dalla cerimonia?”, esordì Carmine. Dovevo solo farmi dare un’ultima sistemata ai capelli dal coiffeur e mi sembrava naturale andarci in mountain-bike, quella mattina. Ero sereno,  mi sembrava strano constatare quanto inapplicabili al mio caso fossero tutte quelle storie di ansiolitici, scaramanzie varie e stress da matrimonio narrate dagli amici che c’erano già arrivati all’appuntamento. Anche Maria Grazia credo fosse relativamente serena, nonostante per lei i preparativi fossero iniziati molto prima e alla mezzanotte fossi ancora da lei a portarle la serenata (l’ha gradita, boh?), con tanto di sottoscritto alla chitarra e cinque amici cantori non proprio professionisti…
Dieci anni, passati d’un fiato, senza la minima idea di quello che sarebbe venuto: un matrimonio pensato e messo in opera in cinque mesi, il giorno dopo la laurea e dopo quattro anni insieme. Soli, col sostentamento affidato inizialmente alle 800mila al mese di Maria Grazia (passeranno ancora parecchi mesi a vuoto per me prima di giungere alla professione attuale). Ed oggi eccoci ancora qui, sani e salvi con la voglia di affrontarne altri, di decenni insieme. E oggi più numerosi di allora: chi avrebbe mai immaginato quei due prodigi, Martino e Cosmo, così pieni di vita e di cose da raccontare. Grazie, Dio!

giovedì 31 agosto 2006

Vacanze 2006.

Bel posto, lo vedete. Ci è costato 6 ore di spasmodica ricerca sul web e oltre 30 telefonate in alberghi sparsi lungo tutto l'adriatico; ma alla fine abbiamo ottenuto la sospirata settimana in pensione completa per noi ed i nostri amici. Senonchè Martino al terzo giorno ha manifestato l'inequivocabile segnale, pustolette da varicella. Bagagli e 400 km. della A14: vacanza a metà. Sigh!
Nota per più i curiosi: la ridente località marina è quella di Pineto (Te).

sabato 5 agosto 2006

x Gianpiero

Mi auguravo di non dover più raccontare di inaspettate dipartite, invece ...
Sono ancora frastornato, incredulo, lo sarò ancora per molto perchè lo conoscevo da vent'anni ma purtroppo la realtà dura è questa: Gianpiero non doveva meritare una fine così. E' la realtà che supera l'immaginazione. Ti accorgi subito di quando una persona è brillante, speciale, quando è una spanna sopra la media. E lui era di quelli. Forse anche non simpatico a tutti, ma quando hai un'idea precisa in testa, conosci le tue capacità e sai dove vuoi arrivare, quando riesci a dire un impopolare "no" e diventi il bersaglio di critiche di basso profilo, la simpatia è un carattere marginale. Invece Gianpiero aveva simpatia da vendere e riusciva sempre a metterti a tuo agio, il conoscente e lo sconosciuto. Nel complicato mondo delle macchine amministrative lui era già un asso e tra qualche anno l'avremmo visto scalare chissà quali vette ... Ma non è andata così: uno schianto e poff! Poi cominciano i perchè. Cause, responsabilità, fatalità. Non c'è nulla da dire, tranne che i tempi sono bastardi e se sei un animale da soma prima o poi qualcuno ti carica il fardello fino al limite, e tu taci perchè sei certo (o credi) di farcela. E se il viaggio l'hai già portato a termine, un secondo è già pronto per te e se batterai un tempo migliore sarai ripagato col sorriso beota del dio efficiente. E così ogni giorno, senza il tempo di prendere fiato.
Già, il tempo. Neanche liberi di prendersi il tempo ... Ciao, Gianpiè

lunedì 31 luglio 2006

Da queste parti in questi giorni è in azione l'esercito della salvezza: c'è un gran da fare nel raccattare animaletti. Nell'ordine: una cinciarella (purtroppo deceduta, che dramma), una gazza e un rondone (salvato dal traffico cittadino) e per ultima una micetta multicolore (quella accanto), subito battezzata Principessa. Mah!

lunedì 10 luglio 2006


Me ne stavo a bordo campo, osservando i ragazzini nella loro partitina di fine corso. Un campo in terra battuta abbastanza grande per ricavare due campetti 7+7 e lo spazio per i riscaldamenti. Famigliole, nonni e zii, tutti ad ammirare i piccoli giocatori, gruppi colorati, uno per ciascun "mister". Premesso che di calcio non capisco un'acca, mi faceva un pò strano seguire la partitella con mio figlio tra questi. Al mio fianco un altro papà, più in là negli anni, brizzolato. "Eccolo, è quello là. Stessa passione del fratello, anche di più, forse." - Si, (rispondo) suo figlio e il mio sono anche compagni di squadra, a quanto pare. "Oggi avrebbe avuto ventuno anni, il fratello". E così comincia a raccontare.
"Era davvero promettente al calcio. Gli allenatori volevano proporlo per fargli fare una carriera professionale. Anche a scuola lo sapevano, che era un piccolo asso del calcio. Lui mi promise che non avrebbe trascurato gli studi, anzi, promise che avrebbe fatto qualcosa in grado di far sentire orgoglioso il padre. Oggi a pensarci, aveva ragione, perchè parecchi giornali parlarono dell'incidente e per diversi giorni.
Dopo quel giorno, mia moglie entrò in una profonda depressione, al punto tale che il dottore disse che forse non avrebbe concepito più figli. Comunque lui tornava nei miei sogni e prevedeva tutto ciò che si sarebbe verificato. Una insperata risalita della sua squadra del cuore (l'Inter) dal fondo del campionato, fino alla vittoria finale, i risultati delle partite e poi, un giorno un messaggio strano: Non temere, papà, consola mamma perchè io ritornerò." Mentre ascoltavo questa storia mi si accapponava la pelle e nello stesso tempo notavo la serenità di quest'uomo nel raccontarla, quasi fosse una storia qualunque. "Il messaggio che lasciò quella notte era questo: avrei avuto un figlio. Questa cosa era contro ogni logica perchè a mia moglie la terapia antidepressiva aveva mandato via anche il ciclo. Invece no: mia moglie attendeva un bambino. Ed eccolo lì, io ci credo nei sogni."


Una fredda sera dell'autunno 1996, un'auto fuori controllo per il fondo bagnato sbandando investe due ragazzini, di ritorno dalla scuola calcio. Lo stadio comunale viene intitolato a loro: una lapide affissa sulla parete accanto gli spogliatoi ricorda la memoria di Carlo e Giuseppe, 11 anni entrambi, amici e con la passione del pallone.

domenica 18 giugno 2006

eppure...



Poi ci si dimentica degli inizi, belli.

Se c'è qualcosa di bello,

un barlume, uno straccio di verità,

questa vita ci passa il panno sopra

ed è tutto pulito,

senza timore di perdere amore.

Amore, lo sporco necessario,

me e te, vittime di questo enorme gioco...

Afferrami ancora

come fece quel leggero colpo di vento

che ci lanciò dall'alto della scogliera

giù, felici e incoscienti.

venerdì 26 maggio 2006



immagine di Hugo P. - link

Voglio ricordare un amico, conosciuto per web a fine 2004. Insofferente, estroverso, originale, alla perenne ricerca del bello nelle cose impossibili, Hugo usava la fotocamera come un segugio, cercando "fiori tra il letame", parafrasando un verso del suo amato De Andrè. Sì, ci ha lasciati pochi giorni fà. Ci rimangono le sue immagini, quelle della sua città, delle periferie, i colori delle sue invenzioni cromatiche e molto altro. Ciao Hugo.

mercoledì 10 maggio 2006

Polvere



Spaccheresti il mondo, lo sento,

e al prossimo angolo svoltato

tracceresti nuovi limiti.

Ma la strada è polverosa,

troppo, da togliere il respiro,

e si sà, l'istinto di sopravvivenza

ha sempre il primo posto.

E così ti lasci cullare da nuove banalità

abbastanza da mollare la presa

della mano del tuo sogno bambino.

E il mondo è ancora lì, intatto.

mercoledì 3 maggio 2006


L'altro giorno, vengono a trovarci i cugini da Novi.
Ai piccoli, la solita domanda: beh, che cosa farai da grande?
Martino, deciso: "l'ingegnere!" (...oddio, un'altro in famiglia, speriamo di no, penso);
Cosmo, ci pensa un attimo: "io da grande farò ... il piccolo!". (geniale!!!)

venerdì 7 aprile 2006


Concetto di tempo

Frammenti, segmenti.

Amore, felicità, sono solo un attimo.

Pare che gli attimi non siano tutti uguali,

forse un tempo l'attimo era più grande.

La nostra vita di oggi

è solo il prodotto di intensi attimi di ieri.

Ci appariva come una mela tutta da mangiare,

la vita;

ora che ci siamo dentro,

ci manca la crosta.

Courtesy image: meridiana della Basilica minore dei Santi Cosma e Damiano - Alberobello

martedì 4 aprile 2006

Un pensiero al piccolo Tommy, innocente vittima di un mondo ancora troppo cattivo. E un "vade retro" ai media, che in storie come questa altro non fanno che distorcere l'analisi dei fatti. Anche perchè non c'e nulla da capire, nulla da sapere, tranne che la realtà supera la peggiore immaginazione.
Pace per l'anima di Tommaso.

venerdì 17 marzo 2006


 
Dalla loggia degli eventi appari

e sconvolgi le apparenze e il dilemma.

Ora raccontami di come nell'altro ieri

si viveva all'ombra del buio.

Portami notizie dal futuro

abbracciami dal passato.

Nuovo, ma antico

lo scrigno si apre

e una farfalla si libra:

potrebbe spiegarsi

ma preferisce guardare oltre

l'orizzonte, coi suoi occhi cristallini.


Un bacio, Martino, per i tuoi 6 anni.

giovedì 16 marzo 2006

Senza tregua

Cielo terso, un falco all'orizzonte

chiama, chiama più forte

il suo richiamo fugge, senza scampo.

Aver afferrato il ramo per una volta

non ti pone al riparo dall'ansia

che la corrente possa ritornare.

Quest'acqua scivolerà su di me,

come acqua sull'acqua

e sarò diluito, non solido.

Ora torna, una brezza sinistra

quella che mi annuncia di tenermi forte.

No, anche questa volta

è solo uno stormo di passeri,

passati qui per dirmi: "Raccontala a un altro!"

Perdo tempo, dicono;

dietro un coro di risate, isteriche.

Mi aspettano, ma non ho ancora terminato

ecco, la piramide di carta è quasi completa...

... ops, mi è sembrato di sentirlo ancora:

via, via presto,

e non si passa più di qui.


giovedì 16 febbraio 2006

Ancora altri (di questi giorni)

I giorni hanno significato, come le parole.
Poi ci sono le ricorrenze, le parole in corsivo.
Vorresti superarle come se non ci fossero,
ma loro sono lì, apposta per inciamparci
Non le amo, le ricorrenze, e ne farei volentieri a meno,
ma ogni anno sarò qui ad augurartene altri,
di giorni come oggi, Mgz.



giovedì 2 febbraio 2006



Per fortuna, la vita ci lascia il piacere di stupirci. Come quando ti rendi conto che quella vita non aspettava altro che di venire a manifestarsi, e correre e far sentire il suo peso, affamata di spazi e di amore: per un attimo ti senti rimpicciolire, basso di fronte a questo sconosciuto gigante ancora da scoprire. Forse era tutto scritto, che sarebbe arrivato, che ci sarebbe stato un fratello: e questo mi fa sentire ancora più piccolo... Basta, devo correre: ora è lui che scandisce il tempo, e più nulla a chi rimane indietro!

domenica 22 gennaio 2006

Energie (perse)



Fusti vetusti alla mia vista

resti indigesti dell'economia mista;
Fotoni a spasso, elettroni in eccesso

C'è di che sperare, tra i bassifondi del progresso.

sabato 14 gennaio 2006

Mortale groviglio

Il tragitto è lineare
solo all'apparenza
scosso da lampi rossi
e venti aridi: il cuore vacilla
alla ricerca della lanterna.
Un profumo antico
sepolto tra anfratti della memoria
riemerge, ma solo per portare
nuova acqua da setacciare;
il cuore vacilla ancora
nuove nubi all'orizzonte chiuso.
Una matassa da sbrogliare
tra le mani pesanti
e inutili guanti
a rendere lunga l'attesa.
Avvolti nel groviglio mortale
delle mortali consuetudini
è dolce e amaro districarsi
tra questi boschi della mente:
è come ripetersi
è come arrendersi.


mercoledì 4 gennaio 2006

Tra le pieghe

Hai bisogno di carica,

di motivazione.

Ne trovi, dietro l'angolo,

ma non di quella che cercavi,

di tipo surrogato.

Poi, sfogliando pagine comuni

trovi l'ombra tra le pieghe;

grigio solo poco più grigio

seppia solo poco più verso il beige,

ed è il quotidiano miracolo che ti mancava.

Per sentirti libero, ancora una volta.