giovedì 16 marzo 2006

Senza tregua

Cielo terso, un falco all'orizzonte

chiama, chiama più forte

il suo richiamo fugge, senza scampo.

Aver afferrato il ramo per una volta

non ti pone al riparo dall'ansia

che la corrente possa ritornare.

Quest'acqua scivolerà su di me,

come acqua sull'acqua

e sarò diluito, non solido.

Ora torna, una brezza sinistra

quella che mi annuncia di tenermi forte.

No, anche questa volta

è solo uno stormo di passeri,

passati qui per dirmi: "Raccontala a un altro!"

Perdo tempo, dicono;

dietro un coro di risate, isteriche.

Mi aspettano, ma non ho ancora terminato

ecco, la piramide di carta è quasi completa...

... ops, mi è sembrato di sentirlo ancora:

via, via presto,

e non si passa più di qui.


2 commenti:

utente anonimo ha detto...

E forse sarà il caldo libeccio, che sussurerà alle tue foglie il tramonto di sabbia. Oppure la gelida tramontana che avvolgerà le tue gemme col soffio di pietra. O il grecale silente che racconterà ai tuoi fiori antiche parole di sale. Io però fuggirò col vento di levante, scomparendo nel rosso dove il falco dorme col passero.

Gigu

utente anonimo ha detto...

E forse sarà il caldo libeccio, che sussurerà alle tue foglie il tramonto di sabbia. Oppure la gelida tramontana che avvolgerà le tue gemme col soffio di pietra. O il grecale silente che racconterà ai tuoi fiori antiche parole di sale. Io però fuggirò col vento di levante, scomparendo nel rosso dove il falco dorme col passero.

Gigu