Santità è un termine desueto, non fa parte delle categorie moderne. Quindi (come nella migliore tradizione televisiva del Ventennio appena trascorso), una non-verità più la urli e più diventa credibile. Per sfinimento. La chiesa cattolica non può cadere in questo banale errore: e allora, cosa può esserci nell'insolita fretta di santificare G.P. II? Con questa grande freddezza addosso ho salutato l'odierna celebrazione della bisantificazione celebrata in Vaticano, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Mi ritengo un cattolico critico, uno che deve ponderare pure in fatti di fede (ne sono costretto, per formazione e deformazione).
E ora faccio outing: nella mia adolescenza ero uno strimpellatore di "chitarre da parrocchia", animavo messe e cerimonie nuziali. Eravamo a metà anni '80 e tutto ciò era bello e gratificante: credere in un Dio da lodare col canto e con la propria musica (da agostiniano insegnamento) era il massimo. Il mio modello di religiosità era alla Jesus Christ Superstar, per intenderci, ed i miei parroci di allora non ci vedevano nulla di strano in questo, perfettamente nel solco del Concilio Vaticano II. Poi, improvvisamente tutto ciò finì nel 1988 sotto la scure di una "Nota Orientativa" dell'Ufficio Liturgico Nazionale, che di fatto abolì le "messe beat": niente più chitarra-basso-batteria-tastiere-polifonie, solo organo e piccoli strumenti percussivi. Manco a dirlo, questo accadeva sotto il pontificato di G.P. II e prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede era il cardinale tedesco Joseph Ratzinger... Da allora per me è stato uno scemare di entusiasmi, per papa Wojtyla e per il cattolicesimo militante, un pò in coincidenza con gli impegni universitari, ma anche per gli avvenimenti: gli anni '90 di una chiesa fatta di grandi eventi mediatici ma lontana dalle istanze più moderne e autentiche e soprattutto una chiesa reticente su corruzione, dittature e scandali interni. La parentesi Ratzinger già archiviata (un amico prete mi vide tutto sommato felice per la scelta di questo nome tra gli altri poco 'papabili', alla fumata bianca del 2005, e mi fissò con uno sguardo truce, di chi vuole dirmi "Non sai cosa ti aspetta!").
Insomma siamo nel 2014, e tutto cio che nel frattempo è accaduto oggi riesco a leggerlo sotto un disegno unico, ahimè grandemente influenzato dalle sfere ecclesiastiche vaticane, trame di potere che nulla hanno a che fare con la Fede. Non ho le parole giuste per esprimere questo disagio nella odierna celebrazione, che accomuna artatamente un santo vero quale papa Roncalli con uno dubbio quale papa Wojtyla, mi affido per tutto quanto il resto alle parole di un prete come don Paolo Farinella, cui rimando. Credo che Papa Francesco (gesuita) tutto questo l'abbia capito, e ha lasciato che questa cerimonia scorresse come programmato: avrebbe potuto rimandare o bloccare, cautamente non l'ha fatto.
Non mi sento meglio per questo outing, ma ora si va avanti: sento il peso della responsabilità di educare correttamente i miei figli alla Fede, devo dire che non è per niente facile.
Unica soddisfazione odierna: la cerimonia in HD con maxischermo 46" in diretta mondiale è una figata! Segno dei tempi.
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