giovedì 22 gennaio 2015

I soliti bilanci

Li ho già fatti, ma sia chiaro: non servono un granchè, i bilanci di fine anno. Perchè già te ne accorgi a settembre che le cose vanno in un certo modo, come non vorresti, fare le addizioni a dicembre è solo un mettere il dito nella piaga che già conosci. E questa volta per il secondo anno consecutivo, il segno è negativo. Ma prevedendo questo, nel 2014 me ne sono andato in giro per l'Italia a cercare notizie reali su quel gran fermento che è il mondo del 3D-Printing, parlando con esperti, cercando dati reali, osservando quello che fanno queste prodigiose macchine. Per tirar fuori una conclusione ovvia: se ce l'hai i soldi, puoi investire in qualcosa di serio e potrai creare quelle forme libere colorate, sculture dell'artigiano digitale del terzo millennio, e il limite sarà solo quello della fantasia. Se non ce l'hai, ti illuderai di fare la stessa cosa con la macchinetta low-cost e col software open source, sottraendo tempo a quella che è la tua attività ordinaria fatta di rincorsa ad una burocrazia asfissiante e clienti ingrati e malpaganti, riuscendo a stento a chiudere l'anno in pareggio con tutte le tasse, le bollette ed i fornitori pagati. E basta! Il nuovo 2015 si apre con un'amarezza di fondo, ma con una piccola speranza all'angolo: quella che questo sia l'anno della svolta (ma non come dicono dal governo da anni, con la "ripresa" cui ormai non crede più nessuno), quello in cui butterò all'aria quasi diciotto anni di libera professione per affrontare qualcosa di nuovo, che ancora non conosco ma che sono deciso a conoscere.

2 commenti:

jeneregretterien ha detto...

questi sono i motivi per cui tanti ragazzi stanno andando via. Anche mio figlio, ora sta a Dubai e la moglie a Roma. Un altro è andato il mese scorso a Torino ma ha un contratto da firmare per la Nuova Zelanda. Sempre più lontano. Che tristezza, Beppe :-(

Flo ha detto...

Io sono a Strasburgo al "seguito" fi mio marito, avendo buttato all'aria, ormai da quasi due anni, 15 anni di vita professionale.
Mia mamma dice che una donna non è mai disoccupata ma, sai, non è che questa teoria mi sia di grande conforto...
Che tristezze, Beppe :-(