Anno 1961. Don Antonio, il parroco, era la persona giusta per chiedere consiglio e, se possibile, un aiuto. Cercare il riscatto dopo gli anni del dopoguerra passati a curare i vigneti del padre oppure a dare una mano ai fratelli maggiori nei trasporti lungo lo stivale d'Italia era comprensibile, ma a Martino piacevano le sfide. Come di quella di raggiungere Roma in bicicletta, poco più che ventenne, nel mezzo degli anni '50 e per strade polverose che ancora non conoscevano nè il traffico nè tantomeno le cabine telefoniche. Questa volta il ventisettenne ragazzo di provincia aveva un sogno che era anche un progetto di vita: avviare un'attività che il paese dei trulli ancora non conosceva, quella del tipografo. Don Antonio fu subito entusiasta dell'idea e subito lo mandò ad imparare il mestiere a Taranto, in una grossa stamperia diocesana. Dopo appena un anno il giovane tipografo era già alle prese con la costruzione dell'edificio futura sede della nuova tipografia, investendo nell'impresa tutti i suoi averi. I primi anni dell'attività trascorrono senza agi, tra gli apprezzamenti e la curiosità della gente. La tipografia di un piccolo paese è anche un luogo dove si incontra il destino della coppia di sposi novelli in procinto di stampare il proprio invito di nozze, dove si raccoglie il dolore della vedova che porta il testo dell'annuncio funebre del congiunto, dove nascono le speranze dell'imprenditore che stampa la sua prima carta intestata, dove lascia le sue lagnanze il nobile decaduto che vuole rivivere un'effimera gloria autoproclamandosi in un diploma di benemerenza. Il tipografo che diviene anche un buon consigliere, all'occorrenza un fotoreporter, insomma uno stimato tuttologo, con la sua pacata ma acuta dialettica. Un uomo da sposare dunque, e la bella e giovane sposa Marta arriva, portando Martino a nozze nello spazio di un'estate. Una felice unione che porta tanto frutto, quattro figli, cresciuti tra i caratteri mobili alla Gutemberg, la carta bianca e gli inchiostri. Ci scherzavano sopra, i due, perché agli amici che chiedevano conto della prole numerosa e dai lineamenti gentili rispondevano puntuali: "Noi stampiamo in grande tiratura perché abbiamo il clichè, e ci vengono così".
11 commenti:
Doppi Auguri a papà Martino!
Sono lusingata di condividere col tuo papà addirittura il compleanno! Auguri vivissimi, soprattutto di buona salute
Tzugumi
Testo bellissimo e commovente!!!....la foto anche!
Auguroni,
Anna Chiara
Ma che bella storia, Beppe! Auguroni a papà Martino e mille di questi giorni.
Annarita
ps: passa di qui quando hai tempo.
Le storie vere, belle e semplici sono quelle che mi piacciono di più, tanti auguri anche da parte mia a papà Martino. Ti posto con il copia incolla la risposta al tuo commento da me, buon sabato e domenica, un abbraccio a tutta la famiglia,
Rossella.
Caro beppe, Potrebbe anche essere Lemuria, non siamo ancora tutti pronti ma ci stiamo avvicinando alla consapevolezza, gli alieni in fondo siamo noi stessi evoluti e partiti milioni di anni fa dalla terra per poi tornarvi ogni volta che l'umanità ha bisogno di uno scatto evolutivo in avanti, e i bambini indaco che stanno nascendo in tutto il mondo da quasi vent' anni lo stanno a dimostrare, ma di questo ne parlerò nel prossimo post. Un saluto e buongiorno data l'ora, ma vado a letto adesso, ciao
Buon Natale, Beppe
a te e i tuoi cari
g
Buon Natale a questa Bella Famiglia
bella pagina.. un atto verbale di amore incondizionato per un genitore, un omaggio alla sua vita vissuta come gioiosa avventura.. è questo che leggo. e mi commmuove . io nn ho più mio padre . ma lo amo ancora in modo trasformato cm puro pensiero,lui e la sua grande storia
Ciao Beppe, tanti auguri per festeggiare nel miglior modo possibile la fine del 2009 e l'nizio del 2010! ... Buon Capodanno a te e famiglia.
Baci Rossella.
ti posto il link del mio ultimo post.
http://diteloame.splinder.com/post/21959184/HANNO+DISTRUTTO+PIAZZA+NAVONA!
Buon 2010, caro Beppe, a te e ai tuoi cari.
Un abbraccio.
annarita
E' un vero piacere conoscere tuo padre e il suo coraggio! :)
Fabiana
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