Finora ne avevamo letto solo sui libri di storia oppure nei romanzi fantasy, in questi giorni (e mentre ne scrivo) la stiamo vivendo: un'emergenza sanitaria di portata planetaria. Il virus SARS-CoV-2 avanza, la scienza è in corsa per escogitare i rimedi per debellarlo, così come è stato già fatto in passato con altri patogeni. Solo che non c'è tempo, lui è molto veloce, è invisibile e perfido.
Le misure di contenimento messe in atto dalla Presidenza del Consiglio col D.P.C.M. 11 marzo 2020 sono inedite nella storia repubblicana ma originate dalla forza dei numeri: la statistica è una scienza assai delicata, permette di prevedere gli eventi (senza scomodare le profezie) e permette al Sistema Sanitario Nazionale di affrontare l'emergenza senza collassare. Da quel momento la nostra vita quotidiana è stata sconvolta: anch'io, mi sono attrezzato in modalità smart-working e parallelamente, ho iniziato a collezionare i dati giornalieri del bollettino Protezione Civile, perchè il mio conforto è nella forza dei numeri. Sull'esperienza cinese ho creato un modello matematico, basato sulla primitiva "distribuzione chi quadro".
L'andamento del diffondersi dell'epidemia ha seguito molto bene il modello, fino al 18.03, dove ho notato una anomalia. Solo tre giorni dopo mi è stato tutto chiaro: al primo fronte epidemico se ne è sovrapposto un secondo, più importante e massiccio. Bingo. In modo sintetico, quanto sta accadendo ricalca questo schema in figura: primo e secondo fronte sono rispettivamente il tratteggio verde e la linea gialla, in rosso l'andamento del contagio coi dati reali.
Il primo picco era previsto attorno al 27.03, ora invece si assesta al 02.04. Non ho scoperto nulla di nuovo, lo scenario è quello esaminato al punto 2 di un dossier del Washington Post il 14.03, a proposito della crisi cinese: è un modello solo un pò più complesso, che qualcuno meglio di me ha già studiato.
La situazione evolve ancora, ma sono abbastanza chiare due cose: 1) la previsione della prima ora viaggiava con numeri già preoccupanti (circa 50mila contagiati a fine epidemia), la seconda si posiziona con numeri pressochè doppi, che mettono a dura prova il SSN; 2) la serrata totale delle attività imposta dal DPCM pone un limite temporale per la ripresa delle attività nel 03.04, certamente basato sulle previsioni della prima ora: vista l'evoluzione successiva dovremo prepararci ad una dilazione di quel limite.
In termini di vite umane si parla mediamente di una mortalità del 6% circa, ahimè i dati italiani riportano finora un valore percentuale più alto (di quasi due volte): l'analisi di quest'altra anomalia è tuttora in corso.
In termini sociali questa emergenza ci sta già facendo sperimentare nuove modalità di interazione, con cui dovremo necessariamente familiarizzare: sopravviveranno solo i più inclini al cambiamento, prepariamoci a ciò.
Le conseguenze in termini economici, sia a livello nazionale che internazionale avranno una portata storica. Ciascuno di noi, ognuno con le proprie capacità dovrà mettere mani alle migliori idee e migliori risorse e condividerne: così non ne usciremo devastati da questa catastrofe, ma nuovi.
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