Dicono che oggi, 21 ottobre 2015, inizia il futuro. Perchè nella finzione cinematografica, quel mondo dorato in cui ci rifugiamo sia nei tempi di magra che nelle vacche grasse, il Marty McFly del 1985 viene proiettato con la DeLorean DMC-12 lanciata a 88 miglia orarie dallo scienziato Emmeth "Doc" Brown, esattamente a questa data. E noialtri abbiamo aspettato pazientemente questa data per (non) vedere i microonde sfornapizza magici, le pubblicità ad ologramma e, soprattutto, i monopattino a levitazione. A me l'idea giornalistica che il futuro inizi oggi piace, anche parecchio. Un pò perchè ho sempre sostenuto che viviamo in un'era paleo-tecnologica, un pò perchè sono già diversi anni che i segnali affinchè possiamo essere prossimi ad una vera svolta ci sono tutti. E sia: da oggi inizia il futuro. Bene, benissimo. E ora che si fa?! Nulla, da domani tutto uguale a ieri. In questi giorni sto leggendo "Makers" di Chris Anderson (ex-direttore di Wired), un regalo di compleanno molto gradito. Al netto delle americanità fatte di nerds che dal nulla creano fabbrichette e fanno fortuna, mi piace l'analisi che si fa riguardo il nuovo artigianato digitale, una vera svolta epocale fatta di una combinazione di fattori e di portata paragonabile alla rivoluzione industriale del XIX sec. Vi si traccia quello che molto probabilmente vedremo nei prossimi 10 anni: il passaggio dalla produzione di massa dei beni di consumo basata su economie di scala e manodopera a basso costo ad una produzione fatta di una miriade di microfabbriche ad alta tecnologia e “open-source”, forti della potenza del sapere condiviso offerto dalla rete. Un leggero buonumore mi ha preso da quando leggendo queste pagine le ho viste coincidere con la personale ricerca che ho avviato circa due anni fa, attorno al tema del 3D-printing e che mi ha portato in giro per l’Italia a conoscere persone con idee interessanti e a loro modo rivoluzionarie: Enrico Dini, Massimo Moretti, Paolo Magni, ad esempio. E’ poco, ma almeno non è il nulla, cui la categoria dei liberi professionisti come me è condannata a convergere, azzerata dalla furia burocrate delle inutili leggi. E che c’entra la saga di “Ritorno al Futuro” in tutto ciò? Se il mondo avesse un pò più di fantasia, se credesse più nella ricerca scientifica e nella forza delle parole oggi, a distanza di trent’anni da quel 1985, avremmo davvero le auto a levitazione e non avremmo perso tempo a farci le guerre per due gocce di petrolio in più e a trovare nuovi modi per consumarlo.
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